STORIA E TRADIZIONI
Lesmo: il nome della località è antico, Ledeximum in attestazione medievale, Ledesmum nel latino ecclesiastico donde per contrazione Lesmo. Il toponimo è un riflesso di un nome di persona latino "Laetissimus" (Olivieri).
Da esso trae il nome la famiglia Lesmi che nell’epoca feudale ebbe la residenza in loco e tutt’oggi è rappresentata da vari rami.
Peregallo: dal romanico Peregàl "macereto, mucchio di sassi" per la consistenza del terreno di ghiaia e sassi: nei secoli successivi si trova una cava; già "per Gallos" ove la località ricorda la presenza di una strada che arrivava al territorio gallico. Ha preso domicilio la famiglia Peregalli.
Gerno: in origine dai Galli che avrebbero denominato la località in analogia con nomi di terre francesi; già Zergno che deriva da un nome proprio o da Aligern.
California: di origine recente, chiamata così da emigranti tornati dall'America.
Nel I sec. A.C. i primi abitanti si installano all'imbocco della valle di Pegorino, probabilmente esuli greci arrivati in Gallia Cisalpina al seguito di Giulio Cesare. Sul colle del Gernetto viene edificata nel V - VI sec. D. C., una rocca con una torre a difesa della Valle del Lambro dove trovano rifugio popolazioni in fuga da Milano, più volte saccheggiata dai Barbari. Nel "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" di Goffredo da Bussero del 1200 è elencata una chiesa a Lesmo dedicata a S. Maria. Intorno a questi villaggi nel 1300 è fiorita la leggenda romantica, raccontata da Ignazio Cantù nella sua opera "Vicende della Brianza": Rosa Peregalli da Peregallo è profondamente innamorata di Gianguidotto Lesmi da Lesmo; i due sono condannati ad amarsi di nascosto, ostacolati dall'odio secolare che oppone le due famiglie. Si sposano con la complicità e la benedizione di un frate che viveva eremita a S. Maria delle Selve nel Parco di Monza. Segue una breve parentesi di felicità; non passò molto che Rosa morì, non senza gravi sospetti di veleno e Gianguidotto fu trovato nel Bosco Bello morto con una larga ferita nel petto.
Nel XV secolo l'affermarsi di Stati a dimensione regionale scatena continue guerre che negli ultimi mesi del 1449 si spostano in Brianza. I contendenti: Milano contro Venezia. Francesco Sforza pone il campo a Calco. I capitani della Repubblica Ambrosiana ordinano al loro comandante Iacopo Piccinino di uscire da Monza e di recarsi incontro ai Veneziani con “quattromila uomini a cavallo ed altrettanti fanti, sale per la strada di Peregallo, e pone il campo a Casate”. Francesco Sforza, informato sposta le sue truppe verso Casate. E' battaglia dura, alla fine lo Sforza ha la meglio. I feudatari della Brianza e quindi di Lesmo fanno atto di sottomissione e professano fedeltà allo Sforza.
Nel 1475, Lesmo con le sue frazioni fu infeudato ai Secco Borella che tennero il feudo per lunghi secoli .
Nel 1539 fu consacrata l'attuale chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in Lesmo, nel secolo XVII fu arricchita di preziose reliquie dal cardinale Federico Borromeo, modificata ed ingrandita nel XVIII - XIX secolo e fu dedicata nel 1907 dal cardinale Andrea Ferrari.
Nel 1616 viene edificata, a Gerno, una chiesa sotto il titolo di SS. Maria e S. Carlo; mentre l’attuale chiesa parrocchiale di S. Carlo è del 1700 circa.
Nel 1733 fu nominato, a succedere nel feudo, il senatore milanese conte Giambattista Trotti che lo conservò fino alla abolizione dei privilegi feudali nel sec. XVIII: il feudo consisteva in 1432 fuochi (persoen).
Nel XVIII secolo, a Peregallo, sorse un convento dei Padri Minimi di S. Francesco da Paola: rimane tuttora la chiesetta di S. Antonio abate.
Nel 1836 in Brianza scoppia il colera ma Lesmo ne è miracolosamente risparmiato: a memoria dello scampato pericolo viene eretta la cappellina ancora esistente all’inizio del viale del Cimitero.
In località Boffalora, nel 1838 nasce Gaetano Casati, grande viaggiatore ed esploratore in Africa mentre nel 1852 da una povera famiglia nasce Pasquale Morganti diventato poi sacerdote e arcivescovo di Ravenna e Cervia.
Nelle "Notizie di Vimercate e della sua pieve" del 1853 lo scrittore Dozio ricorda che il territorio di "Lesmo, Peregallo e Gerno si raccomanda per mite sorriso del cielo, per amenità di sito e di allegre prospettive e per prospera vegetazione: tranquilli ed allegri casali".
Nel 1860 viene eletto primo Sindaco di Lesmo il cav. Luigi Conti; nel censimento della popolazione si ha un totale di 1673 abitanti.
Nel 1872 la casa di proprietà della nobildonna Rosa Giuseppina di via Morganti (a seguito di testamento) viene abbellita e riadattata a collegio e convento delle Figlie della Carità dette Suore Canossiane.
La sede del Municipio, delle Scuole e della Posta trovarono posto nell'edificio di via IV Novembre eretto nel 1877. Nel 1879 il nostro territorio venne attraversato dalla linea tramviaria Monza-Oggiono con fermate a Peregallo e Lesmo (la biglietteria di quest’ultima è tuttora visibile in Piazza Dante).
La stazione di Lesmo ed il ponte in ferro di Gerno vengono costruiti nel 1886 a seguito del passaggio del treno Seregno-Ponte S. Pietro.
Vengono abbellite dimore esistenti ed edificate di nuove con ampi parchi secolari. A Gerno: villa Mellerio-Gavazzi della Somaglia al Gernetto probabilmente sorta nel 1500 come convento; confinanti col Parco di Monza, a Peregallo: villa Simonetta-Rapazzini casino di caccia del 1600, villa Curti Mattioli(1800), villa Sala e villa Spaggiari-Crotti (1900); in centro: villa Ratti-Fenaroli (1800), villa Sala-Cega, villa Fontana-Novecento e villa Frattini-Tremolada (1900); in zona dominante: villa Maggi-Belvedere (1600).
Al di là del Lambro, a ridosso dell’abitato di Peregallo, nel 1911 viene realizzata la linea ferroviaria Monza-Molteno-Oggiono con la stazione di Biassono-Lesmo-Parco.
Nel 1922 fu costruito l’edificio di piazza Roma per un asilo per bambini, in base al lascito del lesmese Gaetano Ratti ed inaugurato il monumento ai caduti che riporta ora i nomi degli 86 soldati morti nelle due guerre mondiali.
La costruzione dell’Autodromo Nazionale di Monza, dà lavoro ai contadini del luogo e Lesmo diventa conosciuto poiché lega il proprio nome alle cosiddette “curve di Lesmo”.
La popolazione nel 1927 era di 2813 persone ripartita in 1300 Lesmo, 883 Peregallo e 630 Gerno.
Nel 1928 Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini concedono al Comune lo stemma civico costituito dal leone rampante.
Nel 1944 viene ucciso dalle forze di occupazione tedesche il concittadino Francesco Caglio.
Nel 1946, dopo il ventennio fascista, si tengono le prime votazioni democratiche; Lesmo conta 3124 abitanti ed elegge Sindaco il sig. Confalonieri Paolo.
Il paese viveva principalmente sull'agricoltura e sull'allevamento del baco da seta; diversi operai lavoravano nella filatura di Peregallo che contava più di 400 dipendenti ; fino alla fine degli anni cinquanta numerose erano le cascine e le corti con i campi.
A partire dagli anni '60 si vede l'aumento graduale della popolazione con espansione edilizia.
Nel 1964 viene edificata una chiesa a California intitolata alla Presentazione di Gesù. Nel 1969, dopo l’erezione della parrocchia di Peregallo del 1967, viene realizzata immersa in una pineta la chiesa parrocchiale dell’Annunciazione, in seguito arricchita artisticamente e dedicata dal cardinale Carlo Maria Martini nel 1992.
Segue il conseguente ammodernamento dei servizi e delle strutture: palazzo municipale costruito nel 1969, scuola Secondaria di I° grado ”Don Milani” di via Donna Rosa realizzata nel 1982, biblioteca di via Marconi (1985), scuola primaria “A. Manzoni” di via Vittorio Veneto inaugurata nel 1998, scuola dell'infanzia “Gaetano Casati” di via Caduti a seguito dell’ampliamento e ristrutturazione della scuola elementare di Peregallo (1933), completata nel 2001.
Dal punto di vista politico il Comune viene amministrato dal 1946 al 1985 da un monocolore DC a cui fanno seguito (1985/1993) un bicolore DC -PSI e uno DC- PRI, un monocolore Lega Nord (1993/ 2002) e da 2002 la comunità è amministrata dalla lista Lesmo-Lega Nord, Forza Italia, Alleanza Nazionale.
Da maggio 2012 l'amministrazione cambia di segno, ed è espressa dalla lista civica Lesmo Amica.